L'arte di sognare

Inviato da matteo il 28 Maggio 2013 - 2:41am
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Autore
Carlos Castaneda
Editore
Rizzoli
Data pubblicazione
Numero di pagine
265
Collocazione
ORS 299.79 CAS 9
Recensione

 

 

«Negli ultimi vent'anni (1993) ho scritto una serie di libri sul mio apprendistato con uno Sciamano messicano, don Juan Matus, un indio Yaqui. In quei libri ho raccontato come egli mi abbia insegnato lo Sciamanismo, ma non ciò che noi intendiamo per Sciamanismo nel contesto del nostro mondo quotidiano, cioè l'uso sull'uomo di poteri che travalicano l'umano, o l'evocazione degli spiriti con incantesimi, amuleti o rituali che creino un effetto soprannaturale. Per don Juan la stregoneria era l'atto di incarnare alcune speciali premesse teoriche e pratiche sulla natura e il ruolo della percezione nel plasmare l'universo intorno a noi. Seguendo i suggerimenti di don Juan, mi sono astenuto dall'usare una categoria propria dell'antropologia, lo Sciamanismo, per classificare la sua conoscenza. Ho sempre continuato a chiamarla come la chiamava lui: stregoneria. Tuttavia, a un più attento esame, mi sono accorto che chiamarla stregoneria rende ancora più oscuri i già oscuri fenomeni che egli mi aveva illustrato nelle sue lezioni.»

«Nei testi di antropologia, lo Sciamanismo è descritto come un sistema di credenze proprio di alcuni popoli originari dell'Asia settentrionale, diffuso anche presso qualche tribù indiana autoctona del Nordamerica secondo cui noi siamo circondati da tutto un mondo di invisibili, ataviche forze spirituali, buone e cattive; queste forze spirituali possono essere invocate o controllate dagli interventi degli iniziati che fanno da intermediari fra la dimensione del reale e del trascendente.»

«Don Juan era infatti un intermediario fra il mondo naturale della vita di ogni giorno e un mondo invisibile che egli non chiamava soprannaturale ma Seconda Attenzione. Suo compito come mio Maestro era rendermi accessibile la configurazione che gli Sciamani chiamano Seconda Attenzione. Nelle mie opere precedenti ho descritto il suo metodo d'insegnamento per raggiungere questo fine, e le arti magiche a cui mi iniziò, la più importante delle quali è chiamata l'Arte del Sognare. Don Juan sosteneva che il nostro mondo, da noi ritenuto unico e assoluto, non era che un componente di un insieme di mondi consecutivi, disposti come gli strati di una cipolla. Asseriva che, nonostante la nostra condizione dal punto di vista dell'energia ci consentisse di percepire solo il nostro mondo, noi avevamo tuttavia la capacità di penetrare in quegli altri; e si trattava di mondi reali, unici, assoluti e coinvolgenti quanto il nostro.»

[tratto da CarlosCastaneda.it]

Fondo Stefano Orsini